Traffico senza speranza... altro che vigili, chiamate la Folgore!
Avendo notato che molti visitatori del blog sono italiani, presumo che ci sia anche qualcuno che non se la cavi tanto bene con l'inglese. Allora oggi vorrei scrivere un post in italiano - comunque una buona cosa, visto che sono un italiano e che vivo a Roma!
Forse avrete notato i miei post 'americani' e le fotografie - strade deserte, asfalto liscio come un biliardo... poca sporcizia ai lati delle strade. Quest'estate ho avuto la fortuna di passare le mie due settimane di ferie nella Carolina del Sud, in una cittadina a due passi dalla frontiera con la Georgia. Il sud, insomma. Non proprio una zona rinomata per la sua grande tradizione ciclistica (ok, lasciamo stare Lance ed il Texas). Tengo una bici da corsa (la Specialized rossa che potete ammirare in un post precedente) li che uso per allenarmi. Due settimane di uscite, niente di particolare - dai 40 a 70 km al dì. Sempre solo (anche se conosco una squadra locale, dopo un anno lavorativo difficile ho preferito uscite solitarie molto 'zen') sulle strade intorno alla città di Aiken. Percorsi per lo più rurali, visto che bastano 5-6 km per uscire dalla città.
Qualche considerazione...
Infrastrutture fantastiche. Strade perfette. Quello che loro considerano strade messe male per noi sono il meglio del meglio. A quanto pare sanno anche fare manutenzione. Ciclabili dappertutto. E dove non esistono, cartelloni che esortano gli automobilisti a 'share the road' , ergo fate attenzione ai ciclisti - hanno tutto il diritto di utilizzare la strada con voi!
Pulizia... pochissima plastica e solamente qualche lattina (gli imbecilli ci sono dappertutto) a bordo strada - il tutto che viene comunque pulito regolarmente da volontari di ditte e/o scuole locali. Si avete letto bene, volontari. Proprio come in Italia.
Forse avrete notato i miei post 'americani' e le fotografie - strade deserte, asfalto liscio come un biliardo... poca sporcizia ai lati delle strade. Quest'estate ho avuto la fortuna di passare le mie due settimane di ferie nella Carolina del Sud, in una cittadina a due passi dalla frontiera con la Georgia. Il sud, insomma. Non proprio una zona rinomata per la sua grande tradizione ciclistica (ok, lasciamo stare Lance ed il Texas). Tengo una bici da corsa (la Specialized rossa che potete ammirare in un post precedente) li che uso per allenarmi. Due settimane di uscite, niente di particolare - dai 40 a 70 km al dì. Sempre solo (anche se conosco una squadra locale, dopo un anno lavorativo difficile ho preferito uscite solitarie molto 'zen') sulle strade intorno alla città di Aiken. Percorsi per lo più rurali, visto che bastano 5-6 km per uscire dalla città.
Qualche considerazione...
Infrastrutture fantastiche. Strade perfette. Quello che loro considerano strade messe male per noi sono il meglio del meglio. A quanto pare sanno anche fare manutenzione. Ciclabili dappertutto. E dove non esistono, cartelloni che esortano gli automobilisti a 'share the road' , ergo fate attenzione ai ciclisti - hanno tutto il diritto di utilizzare la strada con voi!
Pulizia... pochissima plastica e solamente qualche lattina (gli imbecilli ci sono dappertutto) a bordo strada - il tutto che viene comunque pulito regolarmente da volontari di ditte e/o scuole locali. Si avete letto bene, volontari. Proprio come in Italia.
E poi, il comportamento degli automobilisti lascia esterrefatti noi ciclisti italiani. In una decina di uscite nessuno mi ha mai 'stretto' o sorpassato in modo pericoloso. Alla guida nessuno è aggressivo, e a quanto pare sono consci della responsabilità che ha il conducente di un'auto. Mi sono trovato con gruppi di 5-6 auto che attendevano, pazientemente, il momento di potermi superare (quasi sempre evitando del tutto la corsia dove pedalavo). Proprio come qui da noi...
E come ho fatto notare. In una zona dove non ci sono moltissimi ciclisti. Dove non sono per niente abituati ad incontrarci per strada.
Allora, perché si comportano cosi'? Forse perché sono in gran parte persone educate. Esiste ancora un livello di coscienza civica che noi non abbiamo (forse... mai avuto).
Poi uno torna a Roma e per andare in bici in ufficio, od allenarsi dopo l'orario di lavoro viene visto come: (i) un problema; oppure (ii) uno stravagante... (per usare un'eufemismo) dopo tutto, potrebbe stare bloccato nel traffico per ore in auto come 'una persona normale'. Per poi arrivare a destinazione e cercare parcheggio per un'altra mezz'ora.
Credo proprio che il concetto stesso del public good - del bene pubblico, non esista. Peccato.
Mancanza di civiltà. E come italiano, questo mi fa un po male.
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